Va considerato che fino all’anno di vita il latte rimane l’alimento principale nell’alimentazione del bambino. Inoltre, ci saranno fasi di crescita diverse in cui le esigenze possono variare. Ad esempio, può succedere che un bambino che ha gradito fin dall’inizio il passaggio ai cibi solidi possa tornare a gradire maggiormente il latte. Soprattutto se si tratta di allattamento al seno, queste fasi potrebbe verificarsi con più facilità ma si può serenamente assecondare l’esigenza del singolo bambino senza allarmarsi e lasciandosi guidare dalle sue specifiche esigenze.

Ci possono essere anche momenti in cui un bambino incrementi la sua curiosità per il cibo solido e perda interesse per il latte. Anche in questo caso è fisiologico e va fatta attenzione a non forzare il bambino, spingendolo per esempio a finire necessariamente il biberon di latte, perché vi sta dimostrando una competenza importantissima anche per l’adulto che sarà un domani. Il genitore ha il fondamentale compito di tutelare questa sua capacità di mangiare secondo i propri segnali di fame e sazietà.

Non è raro anche che i bambini a inizio svezzamento rifiutino di mangiare qualcosa di diverso dal latte ma non perché non siano curiosi di questa nuova modalità di nutrimento o perché non abbiano fame ma proprio perché sono troppo affamati. In questi casi, può essere utile offrire un po’ di seno (o il biberon) al bambino prima della pappa così che possa essere più sereno e predisposto all’assaggio.

Ai genitori spesso rassicura molto avere delle tabelle con specifiche quantità da seguire ma non è corretto affermare a priori che sia giusta una determinata quantità di cibo solido e/o di latte. Al massimo si possono suggerire delle quantità medie, ma queste quantità non necessariamente rappresenteranno il fabbisogno specifico di un determinato giorno per quel singolo bambino. Dobbiamo tenere sempre presente che i bambini sono maestri nell’autoregolarsi e nel decidere quanto mangiare. Più affrontiamo il pasto con serenità e lontano da ansie da prestazione, più staremo dando valore e assecondando questa loro preziosa e innata capacità.

Diverso è il discorso del biberon di latte alla sera che, essendo anche un metodo di rilassamento per il bambino, spesso viene protratto troppo a lungo con ripercussioni sulla salute dentale oltre che su un eventuale sovrappeso. E’ molto importante che non vadano mai aggiunti biscotti o altri prodotti all’interno del biberon e che idealmente il bambino dopo i 2-3 anni inizi a sviluppare altre modalità per assecondare il sonno.

Non è necessario essere radicali neanche in questo, si potrebbe iniziare a ridurre le quantità nell’arco di 2-4 settimane e magari iniziare a diluire il latte sostituendo 40-50 ml di latte con acqua ogni 5-6 giorni, finché non sarà il bambino stesso a non averne più desiderio. Oppure, si può proporre al bambino una tazzina di latte “come quella dei grandi” prima di lavare i dentini e di completare la routine della nanna, così da far rimanere la coccola e soddisfare il palato ma senza appesantire lo stomaco.”

di Deborah Orlando
Biologa Nutrizionista
Dott.ssa in Scienza della Nutrizione e Biologia Molecolare e Sanitaria della Nutrizione

www.nutrizione-milano.it